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Licori. Ne la tenera etade amor provai,
ma il caro amato oggetto
appena mi mostrar gl’invidi dèi,
e pria di possederlo io lo perdei.
Morasto. O me felice a pieno !
Che piú bramar poss’io?
Ma il gran giubilo mio
forza per ora m’è chiuder nel seno.
Licori. 11 mio core a chi la diede
serva fede,
né giá mai si cangerá;
sia costanza o sia follia
questa mia,
e sia fede o vanitá.
SCENA 11
Osmino ed Elpina.
Ei.pina. Vattene pur; de’ brevi miei deliri
picciol vanto fia ’1 tuo,
tu cangiasti desio
e l’ho cangiato anch’io.
Osmino. Io pur t’amo qual pria, tu temi in vano.
Ei.pina. Forse ch’io no’l conosco, e ch’io non leggo
nel tuo volto l’inganno!
Osmino. Elpina, il giuro:
io son lo stesso ancora,
e gli affetti pur son quai prima furo.
Ei.pina. Egli è vano dirmi ognora
ch’il tuo core è ancor qual fu;
che se ’l labro il dice ancora,
gli occhi tuoi noi dicon piú.