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Ei.fi va. Credimi pur che, quando

del tuo carcere uscito
a diseiór me corresti,
sentii rapirmi il core.
Crudo liberatore
tu mi legasti allor, non mi sciogliesti.
Osmino.   Questi soavi detti
empion di tal dolcezza il petto mio,
che giá tutti i miei guai pongo in oblio.
El.PINA. Ed io per te fin posi al pianto amaro,
ch’ognor m’inondò il sen, da che rapinne
questo crudel corsaro.
Osmino.   (a parte; D’aleggiar mio tormento
cosi scherzando io tento,
ma la gentil sorella
non si può amar da scherzo,
tanto è leggiadra e bella.
Elpina.   Dimmi, pastore,
Osmino.   Ninfa, mi spiega,
Elpina.   s’io ti dò il core,
Osmino.   se amor mi lega,
a due) e quale avrò del mio penar mercé?
Elpina.   Altro io non chiedo,
Osmino.   nbn altro io bramo,
Elpina.   se l’alma cedo,
Osmino.   se servo ed amo,
a due) che trovar nel tuo seno amor e fé.

SCENA IV

Licori e Nakete.

Licori.   Selve annose, erme foreste,

dite voi se mai vedeste
alma afflitta al par di me.