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d’avari predator gioco pur sei!

Ma a ricercar costoro
come ancor non m’affretto e a chieder loro
de’ genitori miei
e della cara mia ninfa novelle?
Dapoiché gli è pur ver che tanti affanni
non seppero giá mai sveller dal core
un amor che mi strinse in si verd’anni,
e che due gran portenti
di fermezza immutabile vid’io
nel mio crudo destili, nell’amor mio.
Dolce fiamma del mio petto,
ben cangiarmi nome e stato
potè il fato,
ma non mai cangiarmi il cor.
A vagar fu il piè costretto,
Ma il pensiero in sé ristretto
e in te fisso stette ognor.

SCENA III

Elpina e Osmino.

Elpina.   Ciò ch’io ti dico è vero:

nelle patrie mie selve un si leggiadro
pastor, come tu sei, non rimirai.
Osmino. Ciò ch’io ti dico il giuro:
ne’ miei si lunghi in tante parte errori
ninfa cosi gentil non vidi mai.
Elpina.   Ma tu forse mi beffi.
Osmino.   E che mai pensi?
Altro pregio io non vanto
che lingua ognor verace e cor sincero;
ciò ch’io ti dico è vero.