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ATTO PRIMO

SCENA I

Boschereccia, montuosa, con veduta da un lato

del palazzo d’Oralto.

Oralto e Morasto.
Morasto.   Qual mai, signor, degno compenso e quali
a si gran merto eguali
grazie render poss’io di tanto dono?
Il mio destin tu cangi in un baleno
e di schiavo, qual fui gran tempo e sono,
tuo ministro mi rendi e a me t’affidi.
Che debb’ io dir? Questa per te disciolta
non imbelle mia destra a tua difesa
s’armerá sempre e prode
di tua vita sará fedel custode.
Oralto.   Ben, Morasto, tu’l sai; perfin d’allora
ch’io di te feci nella Tracia acquisto,
con occhio amico io ti mirai d’ognora.
Or uopo avendo di fedel compagno
che regga in parte e vari ufizi adempia,
te solo io scelsi; in avvenir disciolto
e di custodia immune, i’ vo’ che solo
il benefizio mio sia tua catena.
Ma quando avvenga di pòr Tarmi in opra,
fa che uguale alla fé valor si scopra.