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de la mia sposa ai servigi ; mi penso

che abbiate fatta voi la broderia
che ha intorno cosi bella e che voi siate
la brodosa.
Despina.   Signor padron, gli dica
che per brodoso ho lui e chi vuol fare
per lui. Che modi!
Alfonso.   Ben mi fate poco
accetto, dovend’io esser fra poco
vostro padrone, ma io vi passo sopra.
Despina.   Sentite un poco, mi vuol passar sopra.
Che se ne vada al diavolo.
Alfonso.   Galante-
mente, mia sposa, v’abbigliate ancora;
non vidi mai dama cosi tnignona.
Ersilia.   Signor padre, m’ha detta qualche ingiuria,
una brutta parola certamente.
Despina.   L’hai tu sentita. Aliso?
Ai.iso. Anzi significa
graziosa, favorita; e non è nuova
tal parola in Italia. Io vo da parte,
perché temo che nasca fra costoro
qualche baruffa.
Alfonso.   Topé, papigliotti,
cignón, c’è tutto; ma però i capelli
non vanno ancora del tutto a mio modo.
Io, io vi friserò.
Despina.   O temerario!
Questo è ristesso che sfregiare in altri
paesi, ma fu detto un pezzo fa.
Alfonso.   Io vi aggiusterò in modo che coperti
rimarranno que’ pochi segni che
vi lasciò la ver ola.
Ersilia.   Signor padre,
interroghi quell’uom ch’è lá da parte,
che voglia dir vero la.