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194 il raguet


Anselmo.   Mi par ch’ei le vada

molto a genio e non abbia dispiacere
che resti in libertá. Mostra egli d’essere
assai ricco; però, essend’ella in grado
d’accompagnarsi, può pensarci.
Idalba.   Oh! questo
ricerca prima molte informazioni:
indole, facoltá, costumi.
Anse imo.   O se
tante perquisizioni ognun facesse,
pria di venire a tal passo, ben pochi
matrimoni farebbonsi.
Ioalba.   E piú ch’altro
convien prima accertar s’egli è o non è
il destinato a vostra figlia.
Anselmo.   Questo
si fará chiaro fra poco, perch’io
non voglio piú tal incertezza; il mio
decoro e quel de la figlia non vuole
gl’intimerò che s’è Flavio da Modona,
si manifesti; e se non è, ritirisi,
né in casa mia non venga piú.
Idalba.   Saviamente.
Io, se volete, sarò pur con voi
a stringerlo; e possiamo farlo subito,
poich’è nell’orto e suol sedere al fonte.
Vado a condurlo qua, ché questo sito
appartato è piú ch’altro opportunissimo
a parlar di negozi.
Anselmo.   Io qui v’attendo,
perché volete far grazia.
Idalba.   Vedete
voi quell’allocco che vien qua? È un famiglio
del nuovo forastiero, me l’ha fatto
conoscer ora Aliso; procurate
di ricavar notizie anche da lui.