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ATTO TERZO

SCENA I

Aliso e Ermondo.

Aliso.   Signore, io credo aver fatto un bel colpo.

È arrivato a l’osteria, ove siamo,
un forastier che forse è incamminato
a qualche fiera, poiché roba a mondi
ha seco: abiti, arnesi sí da uomo
che da donna. l’ho visto quasi tutto,
perché ho fatta amicizia con un suo
servo ch’è barbagian di prima riga.
Fra l’altre cose mi ha mostrato questo
ritrattino che, se non fallo, egli è
di quella figlia che ha da esser vostra.
Ermondo.   Lascia ch’io ’l vegga: è dessa, è senza dubbio
Ersilia, e ben espressa. Or come l’hai
tu in mano?
Aliso.   In mano l’ho, perch’ora è mio,
cioè vostro. Offersi a colui quattro scudi,
dicendo che potea fra tanto morbo
di scatolette e di custodie dire
che si è smarrito e non si trova piú.
Quegli accettò il partito, ed il ritratto
sta per voi.