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184 il raguet


Credonsi le sue nozze assai vicine.

Alfonso.   Come? con chi?
Idalba.   Con certo forastiero
ch’è qui da pochi giorni e che ha l’accesso
libero in casa.
Alfonso.   Ed è possibil questo?
Idalba.   È di fatto.
Alfonso.   Costui adunque la
mariterá?
Idalba.   Non giá, ché il maritarla
tocca a suo padre: prenderála in moglie,
Alfonso.   Di questo intendo. E suo padre consente?
Idalba.   Anzi suo padre gli fa gran finezze.
Alfonso.   O malvagia fortuna, o trista gente!
Ma perché dunque scrivere ad Ortensio
in quel modo e mostrarsi impazienti
di mia venuta e di dar compimento?

SCENA VI

Ersilia, Despina e detti.

Idalba.   Amica Ersilia, ecco un altro venuto

di fuori, il quale appena vi ha veduta
che ha dimandato chi séte: è garbato
anch’egli molto e anch’ei parla moderno.
Ersilia.   Bella virtú per certo.
Alfonso.   Mia signora,
la supplico permettermi di avere
il vantaggio e l’onor di rimarcarle
miei profondi rispetti
.
Ersilia.   Le son serva.
Anche questo mi pare un pappagallo.
Verrá, mi penso, di lontan paese.
Alfonso.   O che non, o che non.
Despina.   Par Pulcinella.