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atto quinto 151


Senti, in fatto di tavola anche gli altri

paesi hanno le sue; giá la gabella
de’ brindisi sul bere è da per tutto.
E quanto impaccio è mai non poter bere,
quando n’hai voglia, senza dir su prima
quella legenda! Aggiungi ch’or t’imbrogliano
i vari stili e formole, ed or che
non sai da cui tu cominciar ti debba.
E in Germania? Ove star conviene attenti
finché l’altro ha bevuto, e poi ripetere
un’altra riverenza in piegatura?
E giá comincia anche qui quella smorfia.
E se verrá qualcuno da la Cina,
ci porterá anche quelle e prenderemle.
Che dirai de l’aver per complimento
da star tre ore a tavola, siccome
avrai veduto appunto nel paese
onde vieni? E dover stare osservando
a fabricar le salse ed aspettando
che s’architetti l’insalata e meschisi
l’olio e l’aceto con piú lavorio
di chi compone i balsami? E dovere
dar suo plauso adattato ad ogn’intingolo,
che t’obbliga a imparar tanti ridicoli
nomi e a sapere gli arcani del brodo
e le virtú dei sapori e le occulte
qualitá dei pasticci. Ma noi ora
perdiamo il tempo. Andiamne.

SCENA V

Aurelia, Massimo e Trespolo.

Aurelia.   Ed io vi dico,

ch’essendo due gli sposalizi, debbono
i rinfreschi esser due, e tanto piú