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140 | le cerimonie |
alle padrone esercenti. Quinto: —
Orazio. O
il mio pezzo di matto, credi tu
ch’io mi voglia star qui, badando ancora
a tue buffonerie?
Personaggio. Non s’impazienti,
ora vengono i buoni e non son piú
d’ottantatre capitoli.
Orazio. Ora ti
darò ben io capitoli. O destino
che strani incontri son questi? Mi debbono
dar per li piedi gli ubriachi tutti?
E forse intanto la mia cara aspetta,
e piaccia al ciel ch’io sia piú a tempo.
(fugge)
SCENA X
Un altro, con accompagnamento; detto.
da la vicina mia scuola di ballo
veduta ho la riverita sua
persona, ch’io con non poca allegrezza
sono uscito co’ miei scolari per
riverirla e pregarla d’una grazia.
Orazio. Il ballerino ancora? O stelle!
Personaggio. Non
mi nieghi cortesia, perché io sono
antico servidor di casa sua,
e ’l signor padre la riprenderebbe
forte, se non mi udisse.
Orazio. E che volete?
Personaggio. Prima d’esporle il mio interesse, lasci