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132 le cerimonie


ch’eran su l’alte per aver veduto

alla signora Camilla il ventaglio
descritto avanti dal signor Leandro
e promesso ad Aurelia. Ma a questo
facilmente ho trovato la sua pezza,
asserendo avern’io veduti alquanti
di cosí fatti a un mercante, e il portato
da lei esser rimaso per mio errore
a casa in un armario. Tutta allegra
allor s’è fatta Aurelia. Ma chi mai
potrebbe immaginarsi, onde con tutto
ciò sia venuto lo sconcio? Era quivi
il signor Lindamor, di cui credeasi
(per ragion ch’io non so troppo) richiedersi
il consenso e la firma. Però han fatto
Massimo ed egli un po’ di cerimonie
chi dovea segnar prima e dopo. Massimo
prende la penna e sottoscrive; allora
Lindamor si fa rosso in faccia e, trattosi
da parte con piú atti di dispetto,
dice agli altri che a lui toccava il mettere
suo nome innanzi e che ben s’era giá
accorto in altre occasioni, come
pretende il signor Massimo di essere
qualcosa piú di lui; però tal boria
non volere omai piú menargli buona,
e senza dir né buon di né buon anno,
se n’è ito via.
Orazio.   O che lodate siano
queste follie, giá ch’or mi han fatto un sí
gran benefizio.
Bruno.   Ma il signor Leandro
ha rimediato a tutto; ha dimostrato
che si può far senza quel puntiglioso,
purché certa cauzione si premetta,
ed ha fatto por l’ordine di essere