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118 | le cerimonie |
di proseguir mi permetta.
Massimo. Gran fretta.
Camilla. La sua facondia porterebbe troppo
avanti.
Massimo. Parmi che non era tanto
impaziente una volta.
Camilla. La fretta
nasce dall’esser sola e ancor dall’ordine
che tengo di portarmi prestamente
a casa.
Vispo. Poco fa, creda, per la
premura, essendo stata salutata
da un gentiluomo, per non perder tempo
non gli ha pur reso il saluto.
Massimo. Balordo,
fu per modestia e non per fretta. Almeno
la servirò tino a casa.
Camilla. Ella sa
che mia madre non ha piacer né pure
ch’io parli con altrui, quand’ella non
è meco.
Massimo. Adunque, poiché cosí vuole,
col piú vivo del cuore l’accompagno
e la supplico credermi qual sono.
SCENA V
Orazio e Bruno.
della signora Aurelia e quivi la
stará attendendo. Ma che l’è avvenuto
mai che la fa ancor ridere?
Orazio. O bizzarro
accidente! Non s’è mai letta, Bruno,