ATTO QUARTO 123

Pianta la cupidigia in cor dell’ uomo
Le sue radici, cahe la vile e brutta
Lussuria. Il gel degli anni alfin la spegne;
Ma l’ avarizia per l’ età s’ accresce.
Questa furia impugnò lo scellerato
Ferro che uccise il nostro re. Ma bando,
Prence, al timor. La Scozia ò ricca, e paga
Vi farà l’ ingordigia; e se redento
Sia questo vizio da virtù sublimi,
Tollerarlo saprem.
malcom.
Virtù? Nessuna.
Di quelle doti che fan bello il trono,
Giustizia, verità, perseveranza,
Fermezza, ardir, munificenza, e core,
Clemente, umile, pio, non è pur ombra,
Macduffo, in me; ma tutti i vizi opposti
Messa v’ hanno la sede. Io, se potessi,
Spargerei di veleno il dolce latte
Della concordia, e bandirei da tutto
L’ orbe la pace.
macduff.
O Scozia infortunata!
malcom.
Vedi, se tale un uom saria capace
Di regnar!
macduff.
Di regnar? Sarebbe indegno
Di vivere un tal mostro. O patria mia.