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Marocco dicendo che la Francia ne aveva a sufficienza di annessioni e di protettorati nel Mediterraneo, che non aspirava ad altri e non desiderava per parte sua che lo status-quo attuale tanto al Marocco che nella Tripolitania.»

Vale a dire, in altri termini, che se la Francia non pensava ad annettersi nè il Marocco, nè la Tripolitania non era propensa tuttavia a cedere senza compenso su questa ultima regione. Comunque, il Menabrea, nell’agosto del 1890, aveva fatto sapere al Crispi che il Ferry gli aveva confidenzialmente confermato che la Francia avrebbe dato il suo concorso per occupare Tripoli, in cambio della Tunisia che rimarrebbe incontestata alla Francia».

Ma Francesco Crispi, col suo telegramma del 2 agosto, rispondeva al Menabrea in questi termini:

«La Tripolitania appartiene all’impero Ottomano e noi, per averla, non vorremmo provocare una guerra europea. La Francia, qualora si mostrasse disposta a facilitarcene il pacifico acquisto come compenso della Tunisia, dovrebbe adoprarsi con tutti i suoi mezzi a Costantinopoli e a Pietraburgo, donde naturalmente verranno le opposizioni. È bene che questo sia posto in chiaro, perchè a noi non basta il solo consenso della Francia per occupare il suddetto territorio.»

Concludendo sulla Tripolitania, si può affermare che l’Italia ne pretendeva il possesso come compenso della Tunisia. Cosa che si sarebbe dovuta tenere presente dal Visconti-Venosta quando, nel dicembre del 1900, rinunziò al Marocco, purchè fosse lasciata mano libera all’Italia in Libia. Sin qui si è parlato del Marocco soltanto incidentalmente. Adesso conviene parlarne con maggiore ampiezza, perchè l’Italia di Francesco Crispi tentò tutte le vie per non soccombere dinanzi alla irritante ma, al tempo stesso, ammirevole invadenza francese.

La Francia, infatti, stando alla teoria accennata di sopra