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Francia, costruendovi il formidabile porto di Biserta, si è voluta assicurare una innegabile supremazia su tutto il bacino occidentale del Mediterraneo. Naturalmente, questa supremazia non avrà mai ragione di esistere fino a tanto che Italia e Francia saranno amiche, per la loro reciproca prosperità e tranquillità e, sopratutto, per la pace del mondo, che si dovrebbe veramente perseguire con ogni mezzo, instaurandola però su basi eque e, perchè tali, stabili.

Noi non ci sentiamo di affermare che la Francia, osteggiando quasi sempre ed ovunque l’Italia, non abbia avuto i suoi diritti e non vi sia stata spinta da imprescindibili necessità, perchè le nazioni debbono obbedire, più che altro, alla loro storia ed alla logica di essa. Ora — avendo noi condannato l’ideologia in noi — possiamo esaltarla in altri? La verità, adunque, è che la Francia — come è stato egregiamente notato dal Ruta, in un suo articolo su «Italiani e Francesi» — à sempre dovuto ostacolare, per le sue necessità di potenza e d’impero, l’espansione dell’Italia, di questa Italia che, in quanto a popolazione, l’à già superata. Tuttavia, essendo la politica un alto e basso di concessioni e di transazioni, in ciò che essa è di contingente nella durata degli Stati, si sarebbe potuto dalla Francia, sempre pro bono pacis, trattare l’Italia meno arrogantemente di quanto non sia stato fatto, purtroppo, sin qui.

Ad ogni modo, Italia e Francia, entrambe necessarie al progresso della civiltà ed alla pace del mondo, superate alcune pregiudiziali di esagerate incompatibilità, potrebbero andare d’amore e d’accordo tanto in Europa quanto in Africa ed altrove.

L’anno 1881 segna la prima sconfitta coloniale e diplomatica del Regno d’Italia; sconfitta — se si vuole — in parte meritata, perchè non bisogna mai aspettarsi la tutela