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libro secondo. 43

39L’artiglio della Morte
Ti toglie al lento strazio
D’una misera età che si disface;
42Del suol che tanto amasti
Fuggi a più forte affanno,
Né il cadente tuo giorno attristeranno
45Tempi vili e nefasti. —

     Ma il dì che avesti accanto
La Parca, o generoso,
48Credo un pensier più santo
Ti contendesse all’anima
La voluttà dell’ultimo riposo;
51Credo sclamassi: ahi, fuori
Del regno de’ viventi,
Non partirò, mia terra, i tuoi cimenti
54Nuovi, e i nuovi dolori!

     Ben tu sapevi come
S’ama, si soffre e spera
57Nel santo e mesto nome
Di questa Italia; e maschera
Da conviti e da trivi esso non t’era:
60Braccio, voce, pensiero
A lei sempre eran volti;
Poi, ne’ di che prevalsero gli stolti,
63Il tuo silenzio altero.