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a dir vero, non vi sono affatto documenti che valgano a provare la grave accusa; e chi pensi come simili opinioni talvolta si formino, non sarà forse lontano dal supporre che v’abbiano contribuito da un lato la fosca ambizione del Moro, che a Milano, appunto in quello scorcio di secolo, usurpava, in condizioni analoghe, il dominio, e dall’altro la passione grande che l’Ubaldini aveva per l’astrologia e per le scienze occulte1. Fu tanto grande la sua reputazione di mago, che i contemporanei, a spiegare l’impotenza di Guidubaldo, immaginarono che Ottaviano l’avesse ridotto così per arte magica, acciò il dominio passasse nella propria famiglia!2.

I documenti urbinati e mantovani da noi posseduti non

  1. Lo attestano gli storici tutti. E a questo proposito un altro fatto va richiamato. E’ noto come nella biblioteca di Urbino Melozzo rappresentasse rappresentasse le sette arti liberali, che tanto v’erano coltivate. Quattro soli di quei dipinti sono giunti sino a noi; due ora si trovano nella Galleria Nazionale di Londra, e due nel museo di Berlino. Lo Schmarsow dà riprodotti in fotografia i quattro dipinti. Quelli di Berlino rappresentano la Dialettica e l’Astrologia: innanzi alla prima sta inginocchiato lo stesso Federico, innanzi alla seconda sta un uomo barbuto dal profilo energico, secondo lo SCHMARSOW (Melozzo, p.87) congettura essere Ottaviano Ubaldini. Accoglie quest’opinione plausibile W. BODE nell’ottimo Verzeichniss der Gemülde des K. Mus. zu Berlin, Berlin, 1891, p.175, ove parla con l’usata esattezza scrupolosa dei dipinti urbinati. Anche Federico Montefeltro amò l’astrologia, ma molto più la reale, che la giudiziaria. Cfr. BALDI, Federico, III, 270.
  2. Vedemmo come di questa voce si facesse interprete il Bembo. Lo seguirono gli altri sino al BALDI, Guidobaldo, I, 103-4. I moderni naturalmente non ci credettero, ma ne trassero argomento per indurre la cattiva reputazione morale di cui Ottaviano godeva. Vedi UGOLINI, II, 63.