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io li potesse demostrar el dolore che io ho preso, mi confido che haveria tanta forza che per compassione faria tornare adrieto V. S. Et se io non temesse esserli molesta, non usaria questi termini che io medema la seguitaria. Ma essendo l’uno et l’altro di questo impossibile al presente, per rispetto di V.S. non trovo altra via in questo se non strettamente pregarla che se ricordi talvolta di me che sempre la porto sopra el chore".

Nella sua permanenza in Urbino, la Marchesa ebbe occasione di entrare in più cortesi rapporti con un personaggio che già parecchie volte abbiamo nominato, Ottaviano Ubaldini, cui il duca Federico, morendo nel 1482 e lasciando l’unico figliuolo decenne, aveva affidato la tutela di Guidubaldo e l’amministrazione del Ducato, finchè l’erede raggiungesse l’età maggiore1. Gli storici hanno circondato questo personaggio d’un certo mistero, e gli attribuirono delle mire torbide e proditorie rispetto al nipote2. Ma,

  1. Di Bernardino Ubaldini della Carda, conte di Mercatello e di Aura Montefeltro, figlia naturale di Guidantonio, nacque Ottaviano, che fu in istrettissimi rapporti d’amicizia col grande Federico. Narra Vespasiano da Bisticci che il solo Ottaviano aveva, con Guidubaldo, il permesso di accedere alle stanze ove dimoravano le figliuole di Federico (Vite, ediz. Bartoli, p. 103). Essendo il Duca figliuolo illegittimo, si suppose ch’egli nascesse realmente Ubaldini, fratello carnale quindi ad Ottaviano, e che Guidantonio, non avendo prole maschia, lo adottasse. Che quest’opinione si accreditasse, cercò in ogni guisa Ottaviano, e infatti autorevoli testimoni sincroni, come VESPASIANO (Vite, pag. 110) e Giovanni Santi (Cfr. SCHMARSOW, in Vierteljahrschr. cit., II, 176), lo dicono fratello di Federico. I più autorevoli storici urbinati non lo credono. Intorno alla grave questione si veda la memoria speciale di A.M. ZUCCHI-TRAVAGLI, Della nascita di Federico duca d’Urbino, in COLUCCI, Antich. Picene, XXI, 91-147, e UBALDINI, Storia, I, 212-222.
  2. Vedi nel volume citato del COLUCCI le pp. 142-148. Specialmente aspro contro Ottaviano è l’UGOLINI, II, 43-44. Il BALDI (Guidobaldo, I, 21-23) che pur ne sospetta, non tace che nelle accuse lanciate contro di lui può aver avuto parte anche "l’invidiosa e puerile malignità delle corti". Cfr. MARCOLINI, Op. cit., pp. 190-92.