Pagina:Luzio-Renier - Mantova e Urbino, Roux, 1903.djvu/96

avisando V. Ex. che in tanti loci como sono stata fin qui nel stato suo, li apparamenti che ho ritrovato in uno loco non è stati posti in altro, et da lo primo dì ch’io gionsi ad Eugobio fin qua, sempre sono stata più honorata et le spese ogni dì più sumptuose, per modo che non sciò como se potesse fare più ad una noza. Molte volte ho temptato de fare sminuire le spese, pregandoli che domesticamente me volessino tractare, ma non è mai stato remedio che l’habiano voluto fare. Poteria ben essere che questo proceda per havere el governo lo illmo S. Duca, qual non studia in altro che in demonstrare generosità. L’ha una bella Corte adesso et vive molto signorilmente, governandose veramente cum grande humanità, gravità et satisfactione di populi. L’è ben vero che l’usa del S. Octaviano per consigliere, ma lui è quello che dà audientia, ecc."1. Isabella si spiccò finalmente da Urbino il 25 aprile e per la via di Romagna giunse il 30 a Bologna, ove l’accolsero con grandi dimostrazioni di simpatia i Bentivoglio2. Il distacco riuscì penosissimo ad Elisabetta, che trovò accenti di cordialità intima e profonda nella lettera diretta alla Marchesa il 26 aprile: "Non sciò cum che altro modo medicare al dolore che me ha dato la partita di V.S., la quale me ha lassata quasi nel termine non che me si fusse partita una cordialissima sorella, ma me si fusse partita l’anima; se non ognhora scriverli et quello che cum la bocha dire desiderarei supplir cum queste carte, dove se apertamente

  1. Sempre lib. IV del copialettere.
  2. Vedi nel copialettere la lettera 30 aprile ’94 da Bologna. Isabella era allora stretta da doppia parentela ai Bentivoglio. Annibale Bentivoglio aveva preso in moglie Lucrezia, figlia naturale d’Ercole I d’Este e Giovanni Gonzaga era marito a Laura Bentivoglio.