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la S.V., convertirò in solitudine, standomene nel mio studiolo a dolermi de questa adversa sua valitudine, et pregharò Dio che presto la reduchi prospera, a ciò che, se pur non potremo satisfare al nostro desiderio questo carnevale, almanco ce sia concesso la proxima quatragesima".1 Infatti una lettera del 24 gennaio annunciava ad Isabella che le acque della Porretta conferivano molto alla Duchessa, e che se, il miglioramento fosse continuato, in quaresima si sarebbe messa in viaggio.2

Venne finalmente l’aspettata e desiderata Elisabetta nel marzo del 1493, quantunque i soliti dolori di stomaco la avessero di nuovo molestata proprio in quella che stava per partire.3 Già vedemmo come la Gonzaga le inviasse incontro, per rallegrarla, il poeta. Per desiderio della Marchesa mossero pure ad incontrarla i più cospicui cittadini, e lei stessa, Isabella, si recò fino a Rovere. Il 19 marzo a Mantova fu accolta "cum universale dimostratione de alegreza".4 Poco appresso, il 23 marzo, la Marchesa partecipava alla madre di stare deliziosamente insieme con la cognata, "quale spero cum la conformità de quest’aere a la natura sua et copia de boni medici debba revalersi, et già me pare che la cominci a sentire la virtù de l’aere et le careze ch’io gli facio".5

Stettero insieme tutto l’aprile, in una beata comunanza di aspirazioni e di occupazioni, ma ai primi di maggio Isabella doveva portarsi, per desiderio del marito, a Venezia

  1. 15 gennaio ’93. Copialett. d’Isabella, L. III.
  2. FERRATO, . p. 80-81.
  3. Lett. al Marc. 7 marzo ’93. FERRATO, pp.81-82.
  4. Copialett. d’Isabella, L. III; 16 e 20 marzo ’93.
  5. Copialett., L. III.