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Duchessa s’era di bel nuovo guastata: essa accusava sin dal marzo disturbi gastrici (opilazione), per cui voleva recarsi ai bagni di Viterbo. Avendole il fratello spedito di nuovo il Calandra, essa lo ringraziava il 10 maggio 1492 da Gubbio, e si proponeva di menar seco l’amato castellano ai bagni.1 La Marchesa di Mantova allora, in una lettera piena di buon senso, di affetto e di gaiezza, scrivevale (17 maggio): Una cosa me pare ricordarli per lo amore gli porto, ch’el primo bagno la cominzia a tuore sia el proponimento de guardarse da le cose triste et vivere de quelle che rendeno sanità et substantia, et sforciarsi fare exercicio movendose cum la persona a cavallo et a pede, stando in rasonamenti piacevoli, per scaciare le melenconie et affanni che per indispositione del corpo o animo gli occurressino, nè attendere ad altro che a la salute de l’anima prima et puoi ad honore et comodo de la persona, perchè altro da questo fragile mondo se può cavare, et chi non scià compartire el tempo de la vita sua passa cum molta passione et poca laude. Questo non ho dicto perchè non sapia V.S. como prudentissima intenderlo meglio di me, ma solum a ciò che sentendo ch’io anchora sia de la dispositione sua, tanto più voluntieri si adapti a volere vivere et pigliare qualche recreatione come facio io et secundo la poterà informare el Castellano; quale lo ill. S. mio consorte è rimasto contento stia apresso la S.V. finchè la serà retornata da li bagni et quanto più a lei piacerà, intendendo perhò quando la sia in

  1. FERRATO, p. 69.