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compagna ed una sorella maggiore; qualcosa che le rammentava ad un tempo la gioventù della sorella sua carnale Beatrice e la saggezza blanda della madre Leonora di Aragona. Ciò tanto più doveva esserle caro, inquantochè in casa Gonzaga non v’erano allora più donne, ed ella, sedicenne, trovavasi sola con quel brutto marito dalla faccia di negro1, ch’ella amava sinceramente, ma che, occupato di continuo nelle faccende politiche e guerresche, non poteva essere quel compagno della giovinezza di cui essa, naturalmente, sentiva il bisogno.

Appena la stagione accennò a farsi un po’ meno rigida, recaronsi le due donne per alcuni giorni sul lago di Garda. Troviamo difatti che il 15 marzo 1490 Isabella scriveva al marito: "Hozi doppo disnare, cum bona licentia de la S.V., andarmene la illma Ma Duchessa de Urbino et io a cena a Goito. Domane a Capriana, dove venirà la moglie del S. Fracasso (Gaspare Sanseverino) et zobia andaremo sul laco de Garda, secundo l’ordine de la S.V., et de questo ne ho datto aviso a li magci Rectori de Verona per trovar le ganzare a Sermione". E il 21 marzo da Cavriana: "La illma Mna Duchessa de Urbino et io, insieme cum la moglie del S. Fracasso, andassimo a zobia a disnar a Desenzano et a cena a Tuscullano, dove stessimo la notte, et havessimo veramente gran piacere a veder quella rivera. El veneri venessimo ne le ganzare fin a Sermione et de lì quà a cavallo. In ogni loco fussimo ben vedute et acarezate, max.me dal Capitano del laco, qual ce donoe pesce et alcune altre cose, et simelmente la communità

  1. Vedasi la magnifica terracotta del Museo di Mantova, che lo rappresenta riprodotta, tra altri, dal MÜNTZ, Histoire de l’art pendant la Renaissance, II, 277.