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tuti questi per la presentia de Mma Duchessa. la quale se vede molto contenta...

Eugobij, XXIIII aprilis 1488.

Sor SILVESTER CALANDRA1

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  1. Le medesime cose riferisce, meno bene, Ginevra de’ Fanti da Gubbio 28 aprile 1488. Solo della chiusa della sua lettera crediamo si debba tener conto: "Questo palazo non è tanto com’è quello de Urbino, ma è bello e molto aeiroso et commodo; la cità è belissima, ben situata, ha gran piano et è fertile e molto delectevole, et tanto piace a Madonna questa stancia, quanto alchuna che l’abia ancora veduta. Sì che per compimento del tuto non li manca alotr che la presencia de V.S. la quale prima da la Ill.ma M.ma vostra sorella, poi da il Sr Duca, Sr Otaviano et da tuti questi populi fi aspetata cum sumo desiderio: però la S.V. po’ gloriarse de haverla molto ben maridata, perchè tute le cose sue per la gratia de Dio vano benissimo". Quest’ultima asserzione mostra come quella damigella fosse lontana le mille miglia dall’imaginare il difetto del Duca. Notevoli sono le sue parole sul palazzo di Gubbio, nel quale era nato Guidubaldo il 17 gennaio 1472. Quell’edificio fu ascritto al senese Francesco di Giorgio (REPOSATI, Zecca di Gubbio, I, 263), ma pare falsamente. Oggi si ritiene che vi avesse quel Baccio Pontelli, che vedemmo già occupato nel palazzo di Urbino (VASARI, Opere, II, 654, n.2 e III, 71, n.). Specialmente lodato è il cortile del palazzo di Gubbio (BURCKHARDT, Gesch. der Renaiss., p.195); anche là si trovano magnifici ornati (cfr. MÜNTZ, Renaissance à l’époque de Charles VIII, pag.362 e MARCOLINI, pag. 161). Giovanni Santi dice del palazzo di Gubbio:

     
    Nè qui degio andar dimenticando
    de lo admirando suo palazzo altero
    nella città de Ogobio
    non potrei tanto dir che assai più el vero
    non fosse: è volto al cielo orientale
    e a mezzo dì, a Borea le sue spalle
    acosta al monte, e ancor l’occidentale
    cielo riguarda e l’ubertose valle
    e lieto pian cum sì dolce veduta
    che Urbino excede e le sue dolce calle.

    Cfr. SCHMARSOW, Melozzo, p. 353. L’edificio, ordinato e costruito da Federico il Grande, fu terminato da Guidubaldo. Vedasi PASSAVANT, Raffaello, I, 28-29; DENNISTOUN, op. cit., I. 163-164.