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facilmente si spiegano con la presentazione della sposa che il Duca faceva, secondo le consuetudini, nelle città minori del suo dominio. Questa almeno è l’impressione che noi ricaviamo dai documenti.

Ancora in aprile i coniugi partirono per Cagli e Gubbio, ed il castellano così riferiva al marchese Francesco le accoglienze che v’ebbero1:

Ill.mo Signor mio,

Martedì passato se partessimo da Urbino per venire ad Eugubio et la sera alogiassimo a Calio, assai bella et molto alegra, et nel viagio se ne fece contra uno gran numero de zentilhomini et citadini a cavallo, et ne l’intrare ne la citate ne ritrovassimo una infinita multitudine de putti cum le zirlande in testa et cum rame de lauro in mane che chridavano Duca Duca et Gonzaga Gonzaga. Intrati in la citade vedessimo le strade maestre che sono assai belle et affilate, tute aridente de verdura et ornate de volti ed arciate de lauri rampegarola2 et simile zenteleze che era cosa molto più bella da vedere che non serà ad audire, et fossimo receputi dentro finalmente cum tracti de bombarde, sono de trombe et martellare de campane. Dismontati, tuti li zentilhomini, citadini et zentildonne et citadine tochorno le mane a la Illma Mna Duchessa nostra et in quello mezo lo Illmo S.Duca me condusse

  1. Durante la presenza del Calandra in Urbino, che durò sino alla fine di giugno, il Capilupo lasciava a lui l’incarico di scrivere a Mantova. In una lettera del 9 luglio messer Benedetto dice di riprendere il suo ufficio di relatore. Il Calandra del resto era egli pure un ottimo ottimo corrispondente. Nel suo carteggio da Urbino del 1488 dà anche molte notizie politiche, specialmente sui fatti che seguirono l’uccisione di Girolamo Riario (cfr. UGOLINI, II, 59-60). In una lettera del 6 maggio si loda assai delle carezze e degli onori che gli vengono prodigati in Urbino:"io qualche fiata ne resto confuso".
  2. Voce dialettale per rampicanti.