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Et cussì fa lo illmo S.Duca et Sr Octaviano, quali insieme cum Ma Duchessa desiderano molto la venuta de V.S. et io la bramo più che la salute de l’anima mia, acciò che la cognosca ch’io dico la verità et perchè gli possa farli reverentia et dimonstrarli che sum quella bona serva e schiava de V.S., ecc.
Urbini, XX martij 1488.
Fidelis serva
ZENEVRIA DE FANTO.
Come di nuovo si vede, ardentissimo durava nel cuore della Duchessa il desiderio del fratello. Indugiando egli a venire, lo supplicava che almeno le inviasse il castellano, l’onesto Calandra, che godeva la sua piena confidenza, e che poteva servirle d’intermediario nelle relazioni delicate in fatto d’interessi, per l’assetto della casa, fra lei ed i parenti: "Fin qui - dice in lettera autografa del 23 marzo al fratello - non sono ancora assetate le cose mie nè de la familia; parlando liberamente cum la S.V., come è debito, me pare che ’l seria molto a proposito havere una persona fidata che se intromettesse, perchè molte cose se faria cum un terzo che non staria bene che facese io, nè in questo cognosco el più dextro del castellano, per essere homo che me serveria de core. Però prego la S.V., si mai crede farmi piacere, volia subito mandarlo qua, ecc."1. Verso la metà d’aprile finalmente il bramato castellano venne, recando seco una bella armatura da giostra, dono del Marchese al cognato.2
- ↑ Già il 28 febbraio Guidubaldo aveva sollecitato l’invio del castellano in nome della consorte "a ciò el egli sia apresso qualche persona di cui ella cum più sicureza in questi principii possa pigliare confidentia in le sue occurrentie".
- ↑ Ne parla il Calandra stesso nella lettera del 19 aprile, su cui siamo per ritornare, e Guidubaldo ringrazia il 21 aprile. Più tardi Francesco gli regalò un cavallo, di che il Duca ringraziò il 1° dicembre, ed Elisabetta, di sua mano, il 5: "El cavalo che hà mandato sa S.V. ill.ma al Sr mio gli è stato tanto grato che più non se poteria dire, et io ne resto insieme cum lui obligatissima a la S.V. che si sia dignata mandare el migliore che la havesse in stala, che per questo cognosco el grande amore me porta la S.V.".