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Da man dritta li infrascripti: Vescovo de Urbino ambassatore del Papa - Illmo Sr Zohanne da Gonzaga - Illma Ma Prefettessa - Illma Ma Principessa - Ma del Sr Antonio - Sr Gilberto de Carpo - Illmo Sr Prefetto.

Da man stancha: M.Marino Merlini ambassatore del Papa - Filiolo del Sr da Camerino - Ill. Ma de Rimino, sorella del Duca - Ill. Ma Agnesina sua sorella - L’oratore de M.Zo. Bentivolio - M.Galeazzo Sforza da Pesaro - Illmo S.Duca de Urbino - Sr Ottaviano, in capo de tavola.


In que’ giorni appunto fu steso lo strumento, nel quale veniva registrato il ricco corredo di Elisabetta. Codesto documento, assai interessante per la storia del costume, i nostri lettori potranno leggerlo nell’ Appendice 1°1

Finito il carnevale, la comitiva mantovana dovette partire da Urbino, e non è a dire come alla giovane Duchessa pesassero quei commiati. La comitiva era numerosa e varia, d’uomini e di donne2, tra le quali è ragionevole supporre che qualcuna rimanesse in Urbino al servigio della sposa3. Il personaggio più cospicuo era senza dubbio il fratello minore di Elisabetta, Giovanni Gonzaga; poi venivano il fido Capilupo e Silvestro Calandra, il castellano

  1. Correderemo quell’atto con le illustrazioni che a nostra richiesta vi fece cortesemente quel coltissimo gentiluomo e specialista in simili ricerche, che è il conte L. Alberto Gandini di Modena.
  2. Fra le lettere di Elisabetta al fratello ve n’è una del 6 febbraio ’88, da Ravenna, in cui lo prega di lasciare disponibili colà un bucintoro e due burchi, pel ritorno delle gentildonne del seguito, di cui taluna era incinta. Di queste gentildonne conosciamo solo Ginevra Boschetta, menzionata dal Capilupo nella lunga lettera riferita.
  3. Mantovana dovette essere quella Ginevra de’ Fanti, di cui vedremo qualche lettera al marchese riguardante la Duchessa.