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Fornita la representatione fu portata la colactione de zucchero lavorato con gran magisterio in diverse cose: città, castelli, fontane, ocelli, animali, bagni et altre cose che furono in tutto 63 pezi, computati dece arbori fatti al naturale, grandi e colloriti con li

    Opere, IV, 394). Questo sarà benissimo, purchè in quelle feste non si voglia vedere una rivalità con Pesaro, celebrante le nozze di Maddalena, che non esiste. Le relazioni del Santi coi Gonzaga sono note. A noi sembra che il Campori abbia perfettamente ragione nel supporre due viaggi a Mantova di Giovanni. Tutti sanno con quanta ammirazione nel poema egli parli del Mantegna e delle sue opere mantovane, che lo sbalordirono (PASSAVANT, I, 316-17; cfr. SCHMARSOW, Giovanni Santi, der Vater Raphaels nella Vierteljahrsschrift del Geiger, II, 180 e 324-25). Dopo d’allora il PASSAVANT, I, 44, afferma che la maniera del Santi piegò al mantegnesco. Tutti sanno del pari, dopo i documenti gonzagheschi pubblicati dal CAMPORI (Notizie e documenti per la vita di Giovanni Santi e di Raffaello Santi, Modena, 1870, pp. 4-5; anche in francese nella Gazette des beux arts, Serie I, vol. VI, p. 353 sgg.) che il Santi fu a Mantova nel 1494 e che vi abbozzò il ritratto del vescovo Lodovico. Tornato in Urbino, non potè terminare quello di Elisabetta, pur cominciato, poichè a Mantova si era preso le febbri, che finirono con l’ucciderlo il 1° agosto 1494. Ora non è supponibile che egli scrivesse in quello stato la rilevante disputa della pittura, nè i capitoli che seguono nel poema; onde convien ammettere che prima del ’94 il Santi si fosse recato a Mantova un’altra volta. A dimostrare sempre meglio la continuità della malattia di Giovanni, dopo il ritorno da Mantova, valga questo brano che crediamo inedito, d’una lettera di Giovanni Gonzaga al Marchese:

    Ill.mo et Ex.mo S.r mio fratello


    ... Ho parlato cum Zohan de Sancto de li ritracti de V.S. secondo quella mi comise et lui me ha risposto non haverli anchor forniti per non essersi mai rehabuto de la infermità che gli sopragionse in Mantova; ma como el sij un poco restaurato che ’l possi lavorare el non atenderà ad altro fin che ’l non habbi servito la Ex. V. ecc.

    Urbini XXV aprilis 1494

    Fr. et servitor
    JOHANNES DE GONZAGA cum rne

    Qui si parla di ritracti, onde sembra che oltre a quello di Monsignore il Santi ne stesse facendo altri, probabilmente anche uno del Marchese. Che ritraesse Isabella, è indubitato, ma questi dipinto, di cui la Marchesa era poco soddisfatta, dovette essere eseguito prima, forse in Urbino, poichè un documento edito dal LUZIO (Federico ostaggio, p. 67) mostra come il 13 gennaio 1494 la Gonzaga