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traversavino la via, su le quale l’ tempo fusse stato bono sariono comparsi putini che con certa rapresentatione hariono cantato versi. Madonna Duchessa andette suso lo cavallo sino al pede de la scala, dove era apparecchiata una tavola col tapeto per dismontare. Li erano le sorelle del Duca1, con gran compagnia de gentildonne, le quale la ricevetero con viso jocundo e l’acompagnorno a la camera sua: per quello zorno essendo tutti stanchi non si fece altro.

La beleza et ornamento de questo palazo non scriverò perchè pur a bocha non si potria exprimere: dirò solamente come è adornata la sala. Da man dritta ne l’intrare è la credenza da capo con li arzenti suoi solamente che non sono pocho a numero. Da l’altro è el tribunale ornato di veluto cremesi et certe peze de panno d’oro. Da un canto de la sala, da li capitelli de la volta fino a le banche sono tirate peze de veluto cremexi e verdi intorno, et sono compartite in quadri con colonne de ligno depinte; et da questo lato stanno li homini a vedere, da le quale fin a li capitelli son pure peze de veluto verde et alexandrino, tirato fra le colonne como è da l’altro lato. El corpo de la sala rimane netto per ballare. Dal capo de la credenza è fatto uno pozzo2 dove stanno li piffari et donne che non intervengono in ballo, et da li capitelli poi sino a la volta sono certe feste antiche. Li candeleri per le torze sono congegnati in quelle baltresche in forma de corni de divicia molto gentilmente. El resto de l’ornato non lo so scrivere.

La dominica si dovea fare el pasto, ma per non essere venuti

  1. Otto si legge essere state le figliuole di Federico e di Battista Sforza, quindi sorelle a Guidubaldo, ma di alcune fra esse (seppure esistettero) non si sanno neppure i nomi (v. UGOLINI II, 26). Allora, come si rileva dall’elenco dei convitati maggiori al banchetto, che trovasi in fondo a questa lettera, ve n’erano in Urbino soltanto tre, cioè Isabetta, vedova di Roberto Malatesta, Costanza, moglie di Antonello di Sanseverino principe di Salerno, qui chiamata la principessa, e Agnesina, ancora nubile, ma che l’anno dopo doveva impalmare Fabrizio Colonna.
  2. Poggio; proprio il podium lat., ant. franc. pui.