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onde noi siamo lieti di poter fornire a questo proposito un vero tesoro di documenti sconosciuti.

La Gonzaga era da un giorno partita da Mantova, quando sentì il bisogno di attestare al fratello il suo affetto sincero e il dolore che aveva provato nel distaccarsene. La letterina, stesa dal Capilupo e firmata da lei, è tutta un profumo di gentilezza.

Illmo S. mio fratello,

Cum grandissima fatica giongessimo heri a le tre hore de nocte a Revere per la contrarietà del vento e li trovassimo el S.Antonio cum la magca Ma Benedicta et Ma Emilia. Siamo montati questa mattina, a le tredici hore, ma fin qua che sono le decesepte hore non siamo un milio longe da Revere et per consilio di paroni siamo affirmati alla ripa per la vehementia del tempo che non lo comporta senza granmo pericolo. Facemo fare provesione a Revere per la cena et a Sermide per el desinare domani. A lo ill.S. Octaviano non è parso di ritornare a Revere per non perdere tempo. La S.V. me haverà per excusata se non gli scrivo de mia mane perchè sum tutta affannata per el dolore et despiacere ho da arbandonare la S.V. che amo tanto teneramente: et se non ch’io spero vedere presto la Ex.V. non poteria per alcun modo acquetarmi ricordandomi quanto era dolce et la presentia sua, che per la bona natura et amore suo verso me me dava summa consolatione. Prego Dio me presti bona pacentia che ’l dolore è grande: et V.S. per alleviamento dell’affanno se dignerà farmi scrivere spesso finchè me sia concesso vedere la Ex.V., che cussì farò io et tenirola avvisata di progressi del viagio nostro. Raccomandoli, benchè non bisogna, la nostra cordialissima sorella che la