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A questi si aggiungano alcuni contributi, che servono a lumeggiare gli antefatti, vale a dire l’ambiente mantovano che preparò quello in cui la nobilissima Estense ebbe ad esplicare le sue doti straordinarie:


Il Platina e i Gonzaga. — Torino, 1889; nel Giornale storico della letteratura italiana, vol. XXIII.

Del Bellincioni. — Milano, 1889; nell’Archivio storico lombardo, vol. XVI.

I Filelfo e l’umanesimo alla Corte dei Gonzaga. — Torino, 1890; nel Giornale storico della letteratura italiana, vol. XVI.1


Ecco quanto sinora facemmo, ed è ben poco al confronto dei bellissimi temi che ancora ci restano da svolgere e che svolgeremo, se con le forze non ci verrà meno il favore del pubblico studioso. Invochiamo solo che ci si lasci il tempo necessario, perchè a lavori siffatti fa di mestieri molta calma riflessiva, e perchè entrambi noi abbiamo troppe e troppo gravi occupazioni d’altro genere per poter attendere con la dovuta continuità e diligenza a queste ricerche ed esposizioni. Si può quasi dire che ad esse siamo costretti a consacrare solo i ritagli del nostro tempo, e che in esse troviamo il nostro migliore svago.

Intese ed apprezzate le nostre ragioni, non ci si accusi, adunque, di dispersione soverchia del materiale

  1. Inoltre del Luzio solo: Cinque lettere di Vittorino da Feltre, nell’Archivio veneto, vol. XXXVI, par. II, 1888; del Renier solo: Il primo tipografo mantovano, Torino, Bona, 1890, per nozze Cipolla-Vittone.