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152 | poemetti guerreschi |
Romano è il carme; di cimenti onusto
e di trofei, che ancor domina ’l mondo
105folgorando con l’aquile d’Augusto.
Ascendea, novo sole, dal profondo
silenzio a ravvivare in chiaritade
108l’orme di dieci secoli fecondo.
E il sonito de l’aste e de le spade
era ne’ ritmi, ’l grido de gli eroi,
111la forza, il dritto e l’incolpata clade.
Polvere il resto. Ei varca l’ombre, e poi
ch’è giunta l’ora, epico messaggio,
114assale il vate co’ fulgori suoi.