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146 | poemetti guerreschi |
Fu il segno, fu l’appello, fu il ristoro.
Ecco, da i monti fino a la marina
33è tutta l’aria un palpito sonoro.
Chi si desta presago, e chi cammina
alacre, conscio il dissueto spirto
36come d’una rinascita divina,
maravigliando: — Fino a ier fu irto
di geli ’l cammin nostro, aspro di rovi;
39or lo allieta la rosa e abbella il mirto!
Godemmo il serpe stuzzicar ne’ covi,
e le volpi aggiogar, plaudendo a Mevio;
42or non è senso in noi che non s’innovi! —