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Alla madre del poeta 145


Ne l’erma landa, ove grandeggia e dura
le asprezze note a chi provò l’esiglio,
21ei vide, Italia, ’l mare e la pianura

a l’anima fiammar il tuo vermiglio.
La tua Vittoria egli sentì presente:
24e a’ piedi le gettò, verace figlio,

i lauri, orgoglio del suo cuore ardente.
Rutilo in gemme sì com’ei lo scalpe
27scintilla il verso; e la percossa gente

volgesi al lume raggiante d’oltralpe,
prodigioso pur anche a coloro
30che sopra gli occhi avean pelle di talpe.

Anzoletti. 19