Pagina:Luigi di San Giusto - Gaspara Stampa.djvu/54

50 Luigi di San Giusto


Mi converrà (e chi noi crede s’erra)
o viver sempre in guerra aspra e tenace,
o tosto tosto l’anima fugace,
lasciato il corpo, se n’andrà sotterra.

Voi, dice all’amato, rimarrete così senza un soggetto sul quale esercitare la vostra crudeltà, io invece ne verrò al fine a guadagnare,

chè, morendo un senza peccati suoi,
felicemente suole al ciel poggiare.

Era dunque persuasa di non commettere peccato amando! Forse pensava che le sue stesse sofferenze le sarebbero contate, per meritarle il paradiso. E qualunque cosa egli facesse per stancarla, ella non cessava mai quel suo amore sconfinato e doloroso; senonchè un nuovo tormento venne ad aggiungersi agli antichi; un dubbio così insopportabile, che non osa accoglierlo interamente in cuore. Corrono voci di guerra tra Francia e Inghilterra e si riattizza più violenta tra Francia e Impero; il bellicoso Enrico II, non contento di aizzare l’Europa contro l’antico nemico di suo padre, Carlo V, si ostina a rivolere Boulogne detenuta dagli Inglesi. Molti cavalieri italiani corrono in aiuto del re francese; l’ardore di guerra infiamma tutti gli animi avidi di novità e di gloria. Il bel Collaltino, che non è un pauroso, e si ripromette chi sa quali piaceri di valore e di galanteria,