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Gaspara Stampa. | 23 |
Che giorni luminosi videro allora Correggio e la sua augusta padrona! La castellana profondeva inviti, omaggi e versi. Assai le doleva del perduto sposo, sinceramente amato, ma di lui due figliuoli cari le restavano, Ippolito e Girolamo, che la consolarono nella vedovanza; e per essi visse, per essi cercò l’amicizia di sovrani, e adulò i potenti della penna e del soglio. Per essi trovò la forza di difendere il suo staterello eroicamente contro l’assalto di Galeotto Pico; l’amore materno diede alla piccola magra bresciana il coraggio d’una leonessa.
Si spense tranquillamente come era vissuta senza altre forti passioni che l’amor materno; di retto animo, non privo del machiavellismo del suo secolo, che le faceva pur ricercare l’amicizia del terribile Aretino, usò della poesia come dolce sfogo a miti sentimenti e come arte propiziatrice di chi desiderava amico. Fu raro esempio di un perfetto meraviglioso equilibrio psichico, di un ingegno acuto, unito a una sentimentalità ferma e soave.
Più grande principessa della Gàmbara, più seducente donna e forse migliore poetessa è Isabella Gonzaga, marchesa di Mantova,
In quella corte emula in cortesia e splendore alle corti di Urbino e Ferrara, Isabella raggiò come una fulgida gemma. La sua fama fu intatta, in un secolo che facilmente insozzava i suoi propri idoli, e in una corte piena di corruttela, fra mille seduzioni e pericoli.