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14 | Luigi di San Giusto |
Gli stessi inviti a un amore puro e celestiale le rivolgeva pur Girolamo Muzio nel sonetto Donna che siete in terra, ec.
Che dobbiamo noi pensarne? Ipocrisia da parte di quei signori poeti, o andazzo del tempo, che aveva risuscitato il petrarchismo, o concetto morale profondamente diverso da quello che è di moda oggi? Chi lo sa! Forse tutte queste cose insieme.
Poichè è noto che Girolamo Muzio fu per molti anni l’amante ufficiale di Tullia, e se ne vantava in prosa e in versi.
Durante il tempo che Bernardo Tasso passò a Venezia, lontano dalla sua dolce e sfortunatissima Porzia, è pur certo che egli si consolò della vedovanza corteggiando la famosa etèra; e non sappiamo fino a che punto l’autore dell’Amadigi restasse contento al platonismo.
La penna stessa dei suoi ammiratori ci narra infinite altre vergogne di Tullia, e la sua vita non è punto diversa da quella delle mondane del tempo nostro.
Eppure nel celebre Dialogo dell’infinità d’amore, la cortigiana dichiara essere infinito solo quell’amore, che non raggiunge mai compiutamente il suo scopo; ed esprime, con grande sfoggio di filosofia aristotelica e platonica, le stesse idee che appaiono già nelle sue Rime. Onde il Bongi dice:
«Per questi due libri gemelli, le Rime e il Dialogo, dove apparisce Amore scevro di car-