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tempo al V. di correre a Rosario, di presentarsi in compagnia del suo avvocato al giudice L., che aveva spiccato l'ordine di sequestro, e di ottenere la revoca mediante il pagamento di cento pesos. Il curatore, informato dell'accaduto dal segretario del giudice, corre alla sua volta dal magistrato, paga duecento pesos e si fa spiccare un secondo decreto di sequestro, revocante la revoca. Seguite bene l'intreccio. Il segretario del giudice telegrafa immediatamente a Serodino al V., informandolo, e questi si precipita a pagare trecento pesos ottenendo una seconda revoca. Qui incomincia il fantastico. Il curatore, con un crescendo che il valore della macchina giustifica (6000 pesos) aumenta la somma e ottiene un nuovo ordine di sequestro che... viene revocato dietro il pagamento di mille pesos. Forse la cosa non sarebbe finita qui e il giudice avrebbe terminato per intascarsi la trebbiatrice se il V. non avesse avuto l'idea felice d'associare agli utili della trebbiatura un argentino influente, e, si capisce, non s'è parlato più di sequestri.

Una tale corruzione, se è in certo modo spiegabile nei Giudici di Pace, che hanno un periodo di carica limitato ad un anno, rinnovabile, e che sono senza stipendio — è vero che per legge dovrebbero essere scelti fra i più ricchi e i più onorati cittadini! — è assolutamente incomprensibile negli altri giudici i cui stipendî, che si parla di aumentare, variano sui mille e cento, mille e duecento, mille e cinquecento pesos al mese (2750, 3000, 3750 lire circa al mese). Le cause vanno ricercate dunque non nelle circostanze, ma negli uomini. È la coscienza che si è modificata. Le colpe e i delitti sono guardati con occhio soverchiamente benigno.

Assassini volgarissimi sono assolti per poco che godano d'influenze nel mondo politico. O almeno sono rilasciati ad una libertà provvisoria che dura a vita d'uomo, e i loro processi vengono sospesi nel purga-