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la giustizia argentina | 75 |
debbono all'appartenere alla giustizia il beneficio di non esser chiamati a renderle conto delle loro azioni. Vi sono giudici che hanno subìto delle condanne; vi sono dei recidivi; vi sono dei criminali.
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Se nelle alte sfere della magistratura non mancano dei buoni e dei colti, ciò non toglie che l'organismo giudiziario non sia profondamente guasto, e — questo è un sintomo grave — poco vi si bada. Un commissario governativo, incaricato di un'ispezione nella provincia di Santa Fè, dice nel suo rapporto che «i posti di Giudice di Pace appartengono a covi di uccelli di rapina che si sono stabiliti in ogni colonia.» (La Prensa 20 aprile). La Prensa dell'11 aprile riporta questi apprezzamenti del giornale La Verdad di Entre Rios: «Sono note le azioni vergognose compiute da certi magistrati. Tutto han commesso, dalla prevaricazione al furto, fino al sindacato dei giudici con i procuratori, ecc. Tutto ciò ha spinto la nostra giustizia in una discesa obbrobriosa, trascinando nella sua débâcle di corruzione i grandi interessi della società che si trova abbandonata alla voracità dei saccheggiatori dei Tribunali.»
Si è arrivati al punto da contare, nelle campagne, i buoni giudici come eccezioni. «I Giudici di Pace e i commissarî delle colonie, salvo oneste eccezioni, spogliano, derubano, taglieggiano i poveri coloni.» (Patria degli Italiani, 20 novembre). La Prensa del 22 aprile consiglia il governatore di Cordoba a nominare per giudici «uomini onesti e degni per sollevare le popolazioni dai molti mali che le affliggono a causa dei cattivi giudici.» Il consiglio è ottimo anche per tutte le altre provincie della Repubblica.