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72 | l’argentina e gli italiani |
si agitano implorando che per carità non venga rieletto il governatore presente vicino a scadere di carica (Prensa, 10 marzo). A Rufino gli stranieri si trovano costretti a riunirsi in una «Società di resistenza» contro gli abusi delle autorità; una specie di Compagnia d’assicurazione per i danni che si scatenano dall’imperversare della prepotenza (Prensa, 3 marzo). E più giù ancora tanti magistrati vendono la giustizia e regalano ingiustizia, dei giudici di pace sfruttano tranquillamente i coloni, dei commissarî sono loro complici, e per loro conto commettono angherie e persecuzioni infami: fino agli agenti, agli ultimi soldati di polizia nelle colonie, che da selvaggi che sono, fanno anch’essi del loro meglio, arrestando, bastonando e violando quando e come possono. Di queste gesta parleremo.
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Bisogna concludere che l’Argentina è veramente un paese meraviglioso se ha potuto trascinare fino ad ora un tale mostro divoratore sulle sue spalle. In esso principalmente va cercata la ragione vera della sua crisi spaventosa e del suo mortale abbattimento presenti, le cui conseguenze ricadono sui nostri lavoratori. Questi a centinaia e centinaia di migliaia scontano con la miseria, laggiù, lontani dalla Patria — verso la quale si volgono tristamente i loro pensieri come verso una felicità per sempre perduta — gli errori e le colpe che non sono loro!
Intanto si dice nelle sfere ufficiali che le risorse del paese salveranno la situazione. Questa è una bella maniera per dire che sarà pur sempre il lavoro, il nostro lavoro, che pagherà tutto!