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58 | l’argentina e gli italiani |
e sapiente. Ora, la ricchezza è prodotta dal lavoro; il lavoro è in massima parte straniero; è quindi precisamente a danno degli stranieri che si alimenta l’enorme pianta parassitaria della politica, che ha più ramificazioni d’un’intera foresta di baobab.
Gli stranieri si vedono completamente esclusi dalla cosa pubblica. Il paese risulta nettamente diviso in dominatori e in dominati. Questo non sarebbe un gran male, se una tale politica non avesse logicamente la più perniciosa delle influenze su tutte le amministrazioni pubbliche — nelle quali si sazia — e, quel che è peggio, sulla giustizia; di modo che i dominati si trovano esposti — privi delle armi del diritto politico — a tutte le violenze, ai soprusi, agl’inganni, alla ingiustizia senza limiti.
Come si vede, la politica argentina, per quanto in sè stessa priva d’interesse per noi, assume una importanza capitale in quanto serve a spiegare e illustrare la situazione dei nostri connazionali laggiù. E permettetemi di parlarvene a lungo. Del resto, l’argomento non è noioso: avvengono nella politica di questo paese delle cose tanto strane!...
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La lotta politica ristretta alle persone, animata da bassi interessi, isolata nei varî centri provinciali, prende spesso alimento dagli odî personali, e diviene di una brutalità selvaggia. Si combatte con tutte le armi, con la frode, con la corruzione e col terrore. Da una parte l’arbitrio, dall’altra la violenza. Avvicinandosi un Comizio, i crimini politici diventano cosa di tutti i giorni, specialmente nelle provincie interne. La cronaca registra giornalmente minaccie a mano armata, arresti e