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56 | l’argentina e gli italiani |
Ma siccome non si trattava che di elezioni (parziali, per fortuna) nella provincia di Buenos Aires, nessuno si è commosso, ed una parte della stampa ha persino colto l’occasione per gridare, con legittima soddisfazione, che: «... in queste elezioni si è provato il progresso morale del popolo, il quale pacificamente è accorso alle urne a compire il più sacro dei suoi doveri, senza che si verificassero i deplorevoli fatti dei passati Comizî...»
Ringraziamo il buon Dio di averci tenuti lontani dai passati Comizî, e di averci così permesso di vedere tanto progresso morale. Il quale appare però seriamente pregiudicato dai risultati che delle suddette elezioni (parziali, per fortuna) dà il più autorevole giornale, la Nacion.
In un paese, San Nicolas, votano centoventi persone e si trovano mille e duecento voti. A Barracas al Sur compaiono mille voti prima della formazione del seggio. A Lomas de Zamora quattrocento elettori producono mille e duecento voti. In tre seggi non c’è stato concorso, ma hanno tuttavia figurato tremila e duecento voti. In altri quattro seggi è avvenuto lo stesso miracolo. A Patagones una persona ha contato ventidue elettori concorrenti alle urne: voti mille e centocinquantatre. Infine si calcola a trentamila la somma dei voti fraudolenti in queste elezioni (parziali, per fortuna). Il Pais — giornale pellegrinista — rimprovera alla Nacion — che è mitrista — queste oziose inchieste, rammentandole che i mitristi, in certe altre elezioni, crearono a Buenos Aires un vero ateliér con sedici scritturali per la fabbricazione di registri elettorali falsi, in base ai quali stabilirono il loro trionfo. Queste sono cose, del resto, consuetudinarie. Una Commissione, che per incarico d’un Comité Demòcrata, ha voluto rivedere alcune liste elettorali a Buenos Aires, ha trovato che in un seggio il falso ammontava al 47%, in un altro al 58%, in uno al 79% e nel resto del distretto