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le nostre lettere dall’argentina 49


cioè interessi diversi e diverse tendenze, spesso in opposizione fra di loro, sono una prova luminosa che le verità da me affermate sono proprio di quelle inconfutabili. E ciò prova inoltre che la necessità di propalare il vero è egualmente, imperiosamente sentita da tutti gli stranieri che vivono nell’Argentina, i quali sono precisamente le prime vittime dei malanni del paese.

Ma anche fra gli argentini stessi abbondano uomini imparziali che l’amore per la verità e per il bene spinge valorosamente contro la turbolenta corrente del malinteso orgoglio di razza ed il cieco chauvinisme della massa criolla. Non tutta la stampa indigena si è unita al coro d’insulti contro il Corriere e contro di me.

Un importante giornale argentino, El Municipio, con un articolo intitolato: Un corrispondente italiano che ardisce di dire la verità, ha per il primo levato la sua voce serena sul tumulto degli improperî. Esso ha scritto:

«Nelle sue corrispondenze il Barzini si occupa della crisi argentina, e per studiarla ed esporre le sue cause ed i suoi effetti, ha il coraggio di dire la verità intiera, portando alla superficie il fango sociale e amministrativo.

«Non vediamo ragioni per censurare il Barzini per aver detto la verità, questa verità nuda che la stampa argentina dovrebbe proclamare ad alta voce.

«Malgrado gli attacchi anche grossolani, dei quali è oggetto il menzionato corrispondente, dichiariamo che il Barzini merita il nostro più alto concetto di considerazione e stima, per la sua autorità, per la sua franchezza, per la sua indipendenza.

«Molto vale chi, come lui, ha saputo sottrarsi all’atmosfera di corruzione che asfissia la maggior parte dei rappresentanti dell’opinione pubblica, e trasmette alla penna le sue osservazioni ed i suoi studî con l’impulso della sua coscienza e di profondi sentimenti d’imparzialità e di giustizia.

«Si protesta contro lo specchio che denuncia le nostre deformità, ma non si protesta contro la nostra bruttura.

L'Argentina e gli Italiani. 4