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l’argentina e il capitale inglese 41


sto stato di cose, si è potuto vedere in certe linee i noli aumentare nella proporzione da 45 a 92, e tuttavia scemare gli utili. In forza di questo stato di cose, gli stipendî agli impiegati inglesi possono arrivare a delle cifre principesche.

La produzione argentina intanto trova nei trasporti il più grave ostacolo ad uno sviluppo rapido. Le Compagnie ferroviarie se ne curano poco: esse sono in una botte di ferro.

Ma se si esamina il funzionamento delle Banche nell’Argentina, si rimane ancora più meravigliati. Leggere di cose bancarie argentine è divertente quanto il leggere dei romanzi inverosimili. C’è del fantastico.

Osserviamo un Banco inglese — osservarne uno è come osservarli tutti — ; il «River Plate Bank ltd». Nell’89 aveva sessantamila azioni con un capitale versato di seicentomila sterline, ossia di dieci sterline per azione. Alla fine di quell’anno gli utili furono del 40 per cento, di cui il 15 venne dato come dividendo e il 25 per cento fu capitalizzato, di modo che l’azione da dieci sterline passò a rappresentare un capitale di dodici sterline e mezza. Nell’anno appresso si ebbe un dividendo del 15 per cento sul nuovo capitale, ossia del 18.75 per cento sul capitale versato, più un altro 25 per cento capitalizzato, e l’azione rappresentò un capitale di quindici sterline. Nel 91 arrivò la catastrofe generale, il fallimento delle Banche argentine, la moratoria concessa a tutti con legge del Parlamento: fu un anno disastroso. E tuttavia il nostro «River Plate Bank» ebbe un dividendo del 9.16 per cento sul capitale totale, ossia del 13.75 per cento sul capitale versato. I dividendi hanno continuato ad aumentare con un