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32 l’argentina e gli italiani


Occorrono pressioni, inframmettenze extra-legali, pots de vin. Questa ritrosia del Governo al pagamento dei debiti ha persino fatto sorgere un nuovo mestiere: quello di tramitador. Il tramitador è una persona che vende la sua influenza; egli s’incarica di far pagare dalla tesoreria i mandati di pagamento dei clienti, e si prende perciò il venti o il trenta per cento sulle somme. L’immoralità diventa abituale. Non basterebbe un libro ad enumerare le mangerie, i furti, le irregolarità che si verificano abitualmente nelle amministrazioni del Governo argentino, ai quali si deve non poco l’aggravamento della situazione generale.

Passando dallo Stato alle altre amministrazioni pubbliche si trovano gli stessi mali nella stessa proporzione. La Municipalità di Buenos Aires naviga in pessime acque. Il Governo ha dovuto creare una specie di Comitato amministratore per evitarle il fallimento. Naturalmente anche qui gli impiegati non sono pagati. Non è molto che gli spazzini pubblici hanno fatto una dimostrazione ostile alla Intendenza municipale — brandendo le scope — per reclamare il pagamento degli stipendî arretrati. I maestri non sono meglio trattati degli spazzini. Immaginate da questi indici la miseria che si nasconde sotto la splendida vernice di questa grande Metropoli.

Vi sono migliaia e migliaia di persone in assoluta miseria. Al Consolato d’Italia è una processione continua di sventurati che vanno a domandare l’elemosina dei dieci e dei venti centavos per mangiare. Il minimo numero di disoccupati è calcolato a quarantamila; ma sono certamente di più.

L’industria langue, il commercio è arenato. La media totale degli affari commerciali è diminuita della metà. Avvengono dei fallimenti per milioni; cadono dei colossi. La somma dei fallimenti arriva a circa venti milioni di franchi al mese. A questa statistica fa riscontro quella dei suicidî. Uno dei più forti commer-