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qua e là per buenos aires 15


nol!» Anche la cattedrale, per esempio, che sta nello stesso square incastonata fra un paio di Banche, ha i capitelli e le colonne del suo brutto portico corinzio percorsi da grossi tubi di gas neri che sembrano fasce di lutto.

Eppure — chi lo direbbe? — questa chiesa, e i suoi tubi, formano l’orgoglio dei bonearensi. Un ex-ministro argentino, grande uomo, celebre per aver mangiato molti milioni sulle opere di salubrità durante l’indimenticabile presidenza di Juarez Celman, davanti al Pantheon a Roma, esclamò: «Muy bonito, si, però, nuestra catedral es mas bella y grandiosa!» Egli di tali sue impressioni geniali ha composto dapprima delle corrispondenze europee al più diffuso giornale di qui, la Prensa, e poi anche un libro, dove ha trovato modo di dichiarare che San Pietro e i Palazzi vaticani con le relative loggie e musei non valgono la Galleria delle Macchine dell’Esposizione di Parigi. Davanti alle Pinacoteche fiorentine ha avuto questa meditazione: Quanti milioni gettati via, mentre oggi la fotografia rende così bene la verità della vita!

Sembrano scherzi, ma no, si tratta di cose scritte, e soprattutto lette, sul serio. L’ottimo ex-ministro rispecchia abbastanza fedelmente l’opinione dei suoi concittadini. Qui si pensa così della nostra arte, delle nostre grandezze, delle nostre glorie!

Lasciato lo square dall’obelisco patriottico per entrare in certe vie laterali, pare trovarsi nella City, parlo della City londinese, col suo asfalto, le sue Banche, le sue agenzie e la sua folla. Calle Reconquista somiglia a Lombard Street. Banco di Londra e Rio della Plata, Banco di Londra e Brasile, Banco britannico dell’America del Sud, poi Banco Anglo-Argentino,