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QUA E LÀ PER BUENOS AIRES.1

Buenos Aires, novembre.

La più grande caratteristica di Buenos Aires è quella di non avere nessuna caratteristica. Buenos Aires è un po’ di tutto. Un Santos Dumont capitato qui, supponiamo, con la macchina per volare, si troverebbe estremamente imbarazzato a giudicare, dall’alto, in quale paese del mondo il vento, o il motore, lo avessero condotto.

Sulla piana e sterminata distesa di case vedrebbe delle guglie tedesche ornate di trafori in ferro, come certi tetti della vecchia Norimberga, vicino a basse terrazze candide e disordinate ricordanti Cadice! Scorgerebbe le cinque cupolette tradizionali di una chiesa russa e più lontano due campanili spagnuoli: e cupole italiane gettanti la loro ombra sopra le mansardes di un casamento parigino: e palmizi come alla Favorita e platani come all’«Avenue des Champs-Elisées.» Volta a volta si crederebbe arrivato in tutti i paesi d’Europa, l’infelice aereonauta!

Buenos Aires si può dire infatti una specie di cam-

  1. Dal Corriere della Sera del 24 dicembre 1901.