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214 | l’argentina e gli italiani |
Basta, per accorgersene, paragonare l'azione del Governo nostro presso quello argentino in certi casi, e quella del Governo inglese in casi analoghi (e perdonatemi se torno in ballo con gl'Inglesi). Una volta — sono molti anni, ma chi ha avuto contatti col mondo diplomatico a Buenos Aires lo rammenta bene — venne da un caudillo della provincia della capitale ammazzato per questioni d'interesse un suddito inglese. Alle domande di giustizia, il Governo argentino rispose con promesse che restarono allo stato di promesse. Alle proteste del ministro inglese non rispose più nulla, aspettando dal tempo il benefico oblìo. Allora il Governo inglese fece affiggere in tutte le stazioni ferroviarie e in tutti i porti del Regno Unito un avviso che diceva presso a poco così: «Il Governo di S. M. la Regina rende noto che nella Repubblica argentina la vita non è garantita». Era il momento della grande emigrazione e il principio delle grandi imprese: il Governo argentino, informato dal suo ministro a Londra, si allarmò e domandò lo stracciamento degli avvisi. Fu risposto che questo sarebbe avvenuto soltanto dopo la punizione dell'assassino del suddito inglese. L'assassino fu preso e condannato subito.
Gl'Inglesi sono il popolo più odiato nell'Argentina — basti il dire che laggiù la parola inglese significa creditore — ma anche il più rispettato, perchè si sa che chi fa un torto ad un inglese è punito. Soltanto ultimamente, nel mese d'aprile, è avvenuto un fatto che sembra faccia eccezione. Il figlio d'un commissario di polizia, con la complicità d'un agente, ha assassinato in modo vile e orribile un giovane inglese, un tale Barnett. Vi è stato un periodo d'indecisione perchè l'assassino gode altissime influenze, ma il contegno della diplomazia inglese è stato così risoluto, che finalmente s'è iniziato il procedimento penale contro il colpevole. È vero che a questo ha contribuito anche il contegno energico e minaccioso di tutta la stampa