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sfogliando una guida | 11 |
punto di vista italiano? Non è doloroso e umiliante?
Questa sottrazione continua delle nostre forze vive,
questa trasfusione del sangue nostro per la rigenerazione
di paesi lontani, dovuta principalmente alla
ignoranza delle nostre masse, non è cosa ben
triste?
E non siamo troppo ottimisti sui vantaggi riflessi che la madre patria può avere dalla emigrazione: lo stato civile dei Consolati c’insegna che l’italianità normalmente si perde alla prima generazione: e tutti gl’italiani che da cinquant’anni sono passati nell’Argentina hanno procurato alla loro madre patria solo un terzo della esportazione che ha l’Inghilterra laggiù; e non vi sono che ventimila inglesi nell’Argentina. Inglesi, beati loro, da padre in figlio e da figlio in nipote, come se vivessero in pieno Regno Unito.
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La Guida dell’Emigrante se la prende un po’ col Governo italiano perchè intende d’occuparsi dell’emigrazione. «Tutte le nazioni d’Europa — dice — hanno dell’emigrazione, in scala maggiore o minore: ma l’Italia è l’unica nazione dove si parla continuamente di misure, di protezioni, di leggi, di colonie (che poi non sono tali)». Se la prende col Governo «perchè insomma con tanto parlare di colonie e di protezioni non si fa che irritare suscettibilità attendibili e creare diffidenze e sospetti.
Sì, tutte le nazioni hanno degli emigranti: ma sopra 1,765,784 emigranti europei sbarcati nell’Argentina dal 1857 al ’98 1,093,112 erano italiani. Abbiamo diritto di occuparcene. E poi che cosa ha fatto il Governo italiano con la sua nuova legge per l’emigrazione e il