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essi non hanno potuto profittare della prosperità. La ricchezza strappata alla terra con tanta fatica, è passata per le loro mani senza lasciarvi nulla, mentre intorno a loro si sono andati arrotondando dei patrimonî. È necessario fermarci ad illustrare brevemente lo sfruttamento del quale è vittima la grande massa di questi poveri lavoratori dei campi.



La condizione più comune fatta dai proprietarî ai medieri è quella detta della terzeria. Il mediero deve mettere del proprio gli attrezzi da lavoro — che in una coltivazione estensiva consistono in macchine agricole che rappresentano un discreto capitale — deve mettere gli animali da lavoro, e infine le sementi; e deve consegnare al padrone una quantità del prodotto totale variante dal 25 al 30%. Questa parte del prodotto deve essere posta in sacchi nuovi, e portata a spese del mediero fino sui vagoni della più vicina stazione ferroviaria.

Il mediero si pone generalmente al lavoro senza capitali o con capitali insufficienti. Le macchine e il resto deve acquistarli a credito; deve anche acquistare le prime sementi. Tutto questo o gli viene anticipato dal proprietario, oppure fornito da un almacenero. In tutti e due i casi i prezzi sono gravati inumanamente. L'ombra di questo debito si proietta su tutte le prime annate di lavoro, durante le quali è necessario eseguire opere preparatorie, come la scavazione dei pozzi, la costruzione delle stalle e dell'abitazione, e il frutto della terra è minimo. Il mediero ha bisogno di farsi anticipare il vitto fino ai primi raccolti. Nulla di più facile: egli ha offerte da tutte le parti: vi saranno i