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184 | l’argentina e gli italiani |
Sì, con un po' più di unione, con un po' più di concordia e d'amore. Ma il Governo italiano non dovrebbe rimanere estraneo all'iniziativa ed alla organizzazione di queste scuole italiane. Soltanto a questa condizione tacerebbero le antiche rivalità. Intorno alla sua opera tutti si unirebbero fraternamente. Occorre che una voce potente e paterna chiami i dispersi, concilî i dissidenti, plachi le ire, e questa non può essere che una voce che viene dalla Patria. Troppo tempo il Governo ha trascurato ed abbandonato quelle nostre colonie lasciando crescere le discordie, permettendo soprusi, sordo ai reclami, impassibile di fronte alle ingiustizie. Curando le scuole, che sono il vivaio degli uomini, avrà giovato a tutto un avvenire e si sarà fatto perdonare il passato.
La Collettività Italiana di Buenos Aires, che ha saputo adunare tanti milioni di capitale per la Società di beneficenza dell'Ospedale, farebbe altrettanto, e più, per le scuole, quando rimanesse persuasa che educare italianamente i figli è altrettanto necessario del curare i malati. L'azione del Governo dovrebbe essere più che altro morale: coordinare le forze e usarne con illuminata sapienza. Santa opera di pacificazione e di previdenza che non dovrebbe destare laggiù sospetti e gelosie.
L'Argentina potrà facilmente persuadersi che l'Italia non vuol certamente toglierle i suoi nuovi cittadini, ma vuole soltanto esserne amata perchè ne è madre.